Amanti del trekking preparatevi, oggi c’è la traversata del Monte Subasio da Assisi a Spello per i sentieri del CAI. Il tragitto è lungo ma non difficile e concentra in se il meglio che l’Umbria ha da offrire: le meraviglie storico-architettoniche di due delle città medievali più belle della regione, la spiritualità francescana degli eremi, la natura incontaminata, il paesaggio, le tradizioni.
Per completare il percorso occorre un’intera giornata di cammino (6-7 ore). Sulle pendici del Subasio, c’è la possibilità di deviare lungo altri itinerari, che raggiungono la sommità del Monte dalle cittadine di: Costa Trex (Sentiero 61), Armenzano (Sentiero 55), San Giovanni (Sentieri 57, 58) e Collepino (Sentiero 52), così da poter personalizzare la meta o la partenza del proprio tour (tutti i percorsi sono stati rinumerati aggiungendo un 3 davanti al vecchio numero).
La via di collegamento tra la patria di San Francesco e il paese dell’Infiorata segue il Sentiero 50 del CAI, noto come Sentiero dei Mortai.
Si esce da Assisi passando per Porta Cappuccini (469 m s.l.m.), si cammina lungo un viale sterrato di cipressi comuni che costeggia le mura medievali e si prende una ripida salita. Si attraversano boschi di lecci e roverelle e, in corrispondenza di un’area di sosta attrezzata, si raggiunge la strada panoramica del Monte Subasio (SP 251). La si percorre in discesa per 900 m fino all’Eremo delle Carceri, il villaggio monastero francescano che, tra boschi di roverella, lecci secolari e grotte naturali, è uno dei luoghi più suggestivi di Assisi.
Risalendo il Fosso delle Carceri (spesso asciutto), in un percorso nel bosco, arriviamo ai pascoli e al Rifugio Vallonica (1050 m). Nei campi sottostanti il rifugio sono visibili piante di lavanda e rabarbaro, parte degli impianti sperimentali di erbe officinali realizzati dell’Istituto di Botanica di Perugia.
La prossima tappa è la formazione rocciosa di Sasso Piano (1125 m); da qui avete anche la possibilità di variare lungo una parte del Sentiero 60, immerso tra gli ulivi, godendo dello stupendo panorama sulla valle Umbra.
A Sasso Piano, l’ambiente si trasforma in un tipico paesaggio montano e sembra quasi di essere su una vetta alpina. In primavera è il posto ideale per raccogliere funghi prataioli, turini o ammirare le distese di fiori profumati. Oltrepassiamo il fosso Rosceto fino a raggiungere la sommità del Subasio e il Rifugio del Mortaro (1284 m) (o rifugio del Soldato), utilizzato come osservatorio aereo durante la II Guerra Mondiale.
Proseguendo nel sentiero s’incontrano due profonde doline carsiche: il Mortaro Piccolo (diametro 70 m, profondità 20 m) e il Mortaro Grande (diametro 200 m, profondità 40 m) con all’interno un lembo di faggeta. Queste spettacolari cavità naturali erano utilizzate in passato per produrre ghiaccio, comprimendo la neve, e conservarlo fino all’estate.
Si continua in falsopiano per poi scendere, attraverso un pascolo arido, fino a Fonte Bregno (1028 m), limite tra i prati sommitali e il bosco. Vicino alla sorgente ci sono un’area attrezzata e un piccolo rifugio. Dopo un po’ di riposo e refrigerio si continua, in discesa, direzione Fosso Renaro, lungo un sentiero nel bosco di carpino nero con acero d’Ungheria e orniello. Da lì, abbandonando brevemente il percorso 50, si può anche arrivare a Sasso di Botte, un piccolo sperone roccioso isolato che interrompe la continuità delle chiome di castagni e carpini. Raggiunto il Fosso Renaro (775 m), si risale fino all’apice boschivo del Monte Pietrolungo.
Entriamo nell’ultimo tratto del cammino, oltrepassando alcuni rimboschimenti misti di conifere e latifoglie, arriviamo al colle di Poggio Caselle. Nella stagione della fioritura il nostro olfatto è pervaso dall’odore della ginestra. Il sentiero è attorniato dall’inconfondibile fiore giallo, dai ginepri e dai caprifogli; poi il bosco cede il passo agli ulivi che ci conducono, finalmente, a Fonte Bulgarella, alle porte di Spello (313 m s.l.m.).
Consigliamo alcune strutture nel Parco del Subasio dove dormire.