Il Monte Subasio è il paradiso degli amanti del trekking; tante sono le possibilità di escursione per esperti o semplici appassionati. Uno dei percorsi più caratteristici è, senza dubbio, quello che risale il Fosso Marchetto alla scoperta delle spettacolari gole scavate dall’omonimo torrente.
Il versante orientale del Parco è particolarmente ricco di sorgenti, fossi e torrenti che permettono il deflusso dell’acqua piovana dalla cima del Subasio. Questa risorsa è stata utilizzata fin dall’epoca dei romani e, in quel periodo, era così abbondante da bastare sia per l’approvvigionamento idrico, sia per riempire l’anfiteatro di Assisi in occasione delle naumachie, i giochi d’acqua e di barche in uso, appunto, nell’antica Roma.
Oggi questi torrenti hanno regime pluviale e portata stagionale, che in genere va da dicembre a maggio. Il Sentiero che vi proponiamo è il numero 62 del CAI (nuova numerazione 362) e segue il percorso del Tescio, principale torrente del comprensorio assisiate.
L’itinerario nella sua interezza va da Ponte San Vittorino (252 m. s.l.m.) ad Armenzano (759 m. s.l.m.) ed è lungo ben 14 km, ma ne esistono diverse varianti che permettono anche ai non esperti di percorrerne il tratto più emozionante: il passaggio al Ponte Marchetto (424 m. s.l.m.).
Il punto di partenza del nostro viaggio può essere:
-> Ponte S. Vetturino, località ai piedi della Basilica di San Francesco d’Assisi, il percorso segue poi il corso del Tescio attraversando più volte il letto del torrente, sia a guado sia passando sui ponti di costruzione romana e medievale, quali Ponte S. Croce, la Torraccia, Molino dei Canonici, fino ad arriva a Pian della Pieve.
-> Ponte Grande, seguire la direzione per Gualdo Tadino, subito dopo aver passato i due ristoranti locali, prendere un piccolo sentiero sulla destra che si ricongiunge con il Tescio e continuare in direzione Armenzano.
-> (tragitto più breve) Da Assisi, percorrere con l’auto la SS444 verso Piano della Pieve. In prossimità della cittadina, prendere una deviazione sulla destra che indica Brigolante. Dopo aver attraversato un piccolo ponte, parcheggiare il veicolo sulla destra e cercare i cartelli CAI che indicano il Sentiero 62(362), direzione “Ponte Marchetto”.
Con il costante susseguirsi di rapide e vasche d’acqua purissima, incastonate in una gola profondamente incisa e circondata da una fitta vegetazione, il torrente Marchetto rappresenta un habitat naturale affascinante e inatteso. Sopra lo spettacolare canyon, che anticamente divideva il territorio di Assisi con quello di Nocera, passava il percorso medioevale conosciuto con il nome di ”Strada Francescana”; da qui, nell’autunno del 1226, i cavalieri di Satriano accompagnarono San Francesco morente alla città natale.
A testimonianza del passato, restano due manufatti di notevole pregio storico-architettonico e arditezza ingegneristica: il Ponte Marchetto (chiamato in epoca medievale “Ponte dei Lupi”) recentemente ristrutturato e, poco distante (lungo il Sentiero 51(351)), il Ponte Cavaliero (del XVII sec.) da dove è possibile ammirare nella sua interezza la spettacolare forra che l’acqua nel corso del tempo ha scavato nella pietra calcarea.
Lungo il fosso sono presenti boschetti ripariali a salice bianco, salice ripaiolo e pioppo bianco mentre i versanti assolati sono occupati dalla roverella che è sostituita, dove l’erosione e la pendenza sono maggiori, dai bassi cespugli di cornetta minima e astragalo rosato. Tra gli uccelli che frequentano quest’area, ci sono il martin pescatore e il picchio verde.
Con l’opportuna attrezzatura (costume da bagno, asciugamani, ricambio completo e muta da sub) è possibile scendere all’interno della gola. Lo scenario cambia radicalmente, la forra, anche se priva di salti, richiede l’attraversamento di profonde vasche; la luce solare filtra appena, rendendo l’ambiente irreale; è decisamente un’esperienza entusiasmante!
Da qui la passeggiata può continuare:
-> proseguendo per il percorso 62(362) fino ad Armenzano, ripercorrendo le antiche mulattiere che in passato permisero lo svolgersi della vita degli abitanti locali dediti a pastorizia e agricoltura.
-> (soluzione per chi è arrivato in auto a Pian della Pieve) riprendendo il cammino per il Sentiero 51(351). In salita si raggiunge un vecchio podere superato il quale c’è un bivio. Si lascia il Sentiero 51(351) che continua a salire sulla destra e si devia a sinistra, percorrendo una comoda strada bianca che in breve e senza troppa fatica riporta al punto dove abbiamo lasciato l’auto.
Per chi viene da fuori regione, consigliamo alcune strutture ricettive vicine al percorso.