Non so quanti di voi se lo ricordano ma io rammento benissimo queste pennellate d’azzurro nei campi di fronte a casa dei miei nonni ad Armenzano, oggi purtroppo se ne vedono molti meno ma spesso ne trovo ancora qualcuno, magari vicino a dei papaveri. Cerchiamo di scoprire insieme le origini e i segreti di questo splendido fiore. Il suo nome probabilmente deriva dal francese “fleur de lys” (fior di giglio), il nome specifico è “Centaurea cyanus” dove cyanus deriva dal greco “kyanos” (sostanza di colore blu scuro) riferendosi al colore prevalente di questi fiori anche se non è l’unico. Cyanus è anche il nome di un personaggio di un mito greco: la dea Flora si innamora di un giovane di nome Cyanus e ritrovandolo morto in un campo di fiordalisi diede proprio a quei fiori il nome del suo amato.
Centaurea invece deriverebbe dal centauro Chitone d’indole mite e saggia era considerato dagli antichi capostipite dell’arte della medicina e la leggenda vuole che fu proprio un impacco di fiordaliso a salvarlo.
Altra leggenda su questo fiore riguarda Guglielmo I re di Germania che al tempo di Napoleone fu costretto a fuggire e, ritrovatosi in un campo di grano, vide la madre intrecciare dei mazzi di fiordalisi per tranquillizzare dei bambini che erano con lei. Ritornato sul trono decise di mettere proprio il fiordaliso nel fregio araldico.
Caratteristiche e utilizzo del fiordaliso
Onestamente non ricordo di aver mai visto fiordalisi di colore diverso dall’azzurro intenso, ma in realtà ce ne sono eccome : bianchi, rosa, azzurri o bordò.
Si tratta di una pianta erbacea della famiglia delle Asteracee, e non viene utilizzato solo per rendere bello il nostro balcone o il nostro orto, ma anche per decorare un semplice piatto di patate bollite e perché no un piatto di risotto!
Possiamo anche seccarli e utilizzarli come tisana.
Fiori di campo contraddistinti da due strati di steli all’apice, i fiori di fiordaliso amano il sole e non soffrono in maniera particolare il freddo tipico dei mesi invernali. Si tratta, infatti, di una pianta erbacea annuale e perenne. Proveniente dall’Asia, dal Nord America e dall’Europa. I campi di cereali costituiscono il suo habitat ideale.
La moltiplicazione di tale pianta avviene per seme, tenendo conto che tanto le varietà autunnali quanto le varietà perenni possono essere messe a dimora e seminate con l’arrivo della primavera, anche se per ottenere una fioritura più evidente e rigogliosa è preferibile procedere alla fine dell’estate, per poi proteggerle, durante l’inverno, in un semenzaio. ,il fiordaliso raggiunge solitamente un’altezza compresa tra i venti e i novanta centimetri, e presenta una forma biologica terofita scaposa: ciò vuol dire che è in grado di superare il clima rigido dell’inverno sotto forma di seme.
Per quel che concerne la riproduzione dei fiori di fiordaliso, essa avviene, naturalmente, tramite l’impollinazione resa possibile dagli insetti (la cosiddetta impollinazione entomogama): in particolare, attraverso la dispersione i semi vengono raccolti dalle formiche, secondo la cosiddetta disseminazione mirmecoria, oppure trasportati dal vento, secondo la cosiddetta disseminazione anemocora. . In Italia il fiordaliso è molto diffuso, presente sull’intero territorio; in Europa, invece, si trova sui Carpazi, sul Massiccio Centrale, sui Volgi e sui Pirenei. E’ bene sottolineare, tuttavia, che per colpa dei diserbanti impiegati in ambito agricolo la sua diffusione è a rischio in molte zone dell’Europa, e in maniera particolare in Gran Bretagna, dove è addirittura ritenuta a rischio di estinzione. L’habitat tipico della pianta, come evidenziato, è rappresentato dai campi di cereali, ma non è raro incontrare fiordalisi in terreni incolti, prati e addirittura ai bordi delle strade. Chi volesse cimentarsi nella coltivazione deve sapere che il substrato migliore è di tipo siliceo o calcareo, con valori nutrizionali piuttosto bassi e pH neutro. Il terreno, inoltre, deve essere preferibilmente secco.
Come se non bastasse sono delle ottime piante medicinali e altrettanto buone per la cosmesi. Infatti si usano per la presenza di antiociani e flavonoidi soprattutto per la cura delle infiammazioni a carico dell’occhio ( per sforzi visivi intensi o per aver frequentato locali con molto fumo, o per arrossamenti dopo la piscina o un bagno in acqua salata) sotto forma di infusi, acqua distillata, colliri o lavande.
In cosmetica invece si utilizza per la creazione di acque palpebrali e tonici per pelli delicate. Per i più esperti si può preparare un oleolito come base per creme ricche di antiociani che grazie alle loro proprietà antiossidanti possono contribuire a ridurre i processi d’invecchiamento. Infine l’infuso di fiordaliso si può utilizzare per lavare il cuoio capelluto, rendendolo più forte, eliminando la forfora e dando maggiore lucentezza ai capelli, quindi sbizzarritevi con il fai da te!